Alle 18 di Venerdi’ 26 Agosto da Place Triangle de l’Amite, con la chiesa di San Michael alle spalle è partita la quattordicesima edizione dell’ ultratrail più famoso del mondo, l’UTMB.
La griglia di partenza sarà già accessibile già da qualche ora prima.
Gli atleti con i numeri pettorali bassi avranno accesso ad un’area riservata fino a 20 minuti prima della partenza.
Per gli ultimi atleti che entreranno in griglia non sarà nemmeno visibile lo striscione di arrivo e sentirà a mala pena le musiche di Vangelis, tanto si svolge il serpentone umano che conta più di 2.000 trailer.
Pronti, via ed è festa per le strade di Chamonix!
I primi partiranno sparati come fosse un 10.000mt, mentre tra gli atleti normali si camminerà per qualche centinaio di metri a causa della gran folla.
Festa per le strade del paese da parte dei tifosi fino a imboccare un sentiero molto scorrevole all uscita di Chamoix. E’ qui che bisogna stare tranquilli perché il percorso invita a spingere ma mancano ancora 160km!!
Tempo limite 47 ore cioè le 17 .00 di domenica pomeriggio.
Dopo 8km si arriva al primo ristoro idrico di Les Houches.
Da qui la strada ampia forestale sale in maniera regolare per 6km con un D+ di 800mt fino al col di Foza, Le Delevret. La discesa in alcuni punti è abbastanza pendente, stretta e se il fondo è bagnato può dare qualche problema.
Il primo ristoro sia idrico che solido è posto nel paesino di Saint-Gervais al km 21: per non essere fermati dal cancello orario bisogna transitarvi entro 4 ore dalla partenza.
Sali e scendi piacevole fino a Les Contamines dopo 10km. Al km 31 ci sono un paio di tornantini assiepati di tifosi prima di arrivare al ristoro, e primo punto assistenza autorizzato per gli atleti.
Tempo massimo per raggiungere questo punto è fissato per mezzanotte.
Da qui inizia la vera salita, la salita più lunga della gara! Si sale per 8km e 500D+ fino al bel ristoro di la Balme dove troviamo un bel fuoco a scaldarci.
Qui infatti l’aria cambia e inizia a farsi pungente sui corpi sudati.
Da La Balme parte una strada che si inerpica a zig zag fino a al Col de Bonhome e alla Croix de Bonhome. Girandoci potremo vedere il cordone di lucine frontali che colora la salita rendendo la nottata unica e magica.
Altri 6km e 800D+ e siamo in un altra vallata.
Se ci fosse già la luce del giorno godremo di un panorama unico con montagne imbiancate.
Da qui la prima discesa impegnativa e lunga che occorre prendere con la dovuta calma e a tratti addirittura camminare.
L’azione frenante della discesa infatti mette a dura prova i quadricipiti più della salita e i minuti che ora sembrano sprecati con un passo fin troppo prudente, li ritroveremo più avanti sotto forma di energie risparmiate per la fase conclusiva di una gara di 40 ore.
Alla fine della discesa troviamo Les Chapieux km 50, dove oltre un pasto caldo ci saranno dottori, massaggiatori e una brandina per riposare. Tempo limite di uscita 5:15 ciè 11 ore dopo la parteza.
Dopo alcuni km che sembrano infiniti di falso piano, la strada sale paurosamente verso il col de la Seigne dopo 10km e 1.000D+.
Attenzione perché se fin ora i ristori sono stati facili in ordine di tempo da raggiungere, da qui non sarà cosi!
Sul colle siamo a 2.502mt, la seconda cima più alta della gara dove troviamo una piccola tenda del soccorso alpino.
Poi alcuni mt D+ per svalicare il Col Des Pyramides Calcares e finalmente si entra in Italia!
La discesa che sfiora il rifugio Elisabetta è dura e pietrosa e dopo 60km percorsi, se presa troppo forte può indurire le gambe. Il consiglio è di nuovo quello di affrontarla con tranquillità, risparmiando preziose risorse. Alla fine della discesa siamo al lago Combal dove troveremo il cancello per le 10 di mattina.
13 km alla base vita di Courmayer: sembrano pochi ma non ci devono illudere.
Dopo alcuni km che costeggiano in piano il lago invece di scendere lungo la Val Veny si risale e di brutto verso il Mont Favre, 400mt che non ti aspetti in pochi km.
Per l’atleta medio sta sorgendo l’alba e tutto assume connotati diversi.
Dalla cima inizia un mangia e bevi fino al Col Checrouit con un ristoro idrico. I restanti 4km di discesa non sono scontati: il sentiero è stretto e tecnico e bisogna far i conti con la stanchezza.
A Courmayer è posta la base vita nel Forum Center in mezzo a una bolgia di gente. All’ entrata gli addetti ti consegnano la tua borsa col cambio e bisogna risalire le scale del palazzetto per accedere all’area atleti dove troviamo di tutto:
- brandine per dormire
- massaggiatori
- dottori
- spogliatoi
- una mensa dove si potrà mangiare una pasta al dente
- salumi freschi e
- un ottimo caffè.
Gli atleti medi impiegheranno dalle 12 alle 15 ore per arrivare qui, per cui si troveranno intorno le prime luci dell’alba.
Che sia stata una notte facile o difficile, che pensiamo scoraggiati di fermarci o di tenere duro fino al prossimo cancello, prima di prendere qualsiasi decisione osserviamo quanto tempo limite abbiamo a disposizione, mangiamo, chiudiamo gli occhi e se serve facciamo anche una piccola doccia. Occore mettere nello zainetto un cambio asciutto e pesante perché la seconda notte sarà ancora piu fredda vuoi per i ritmi piu bassi, vuoi per il corpo stanco e assonnato e quindi più debilitato.
Se si hanno problemi di stomaco, niente paura: a volte basta rilassare lo stomaco sdraiandosi un po’ o svuotarlo se ne necessario.
Il brodo caldo servito dalla mensa può essere utile a questo scopo ma senza esagerare in quantità. La maggior parte dei ritiri statisticamente non sono di gambe, ma di testa e soprattutto di stomaco! Lo stomaco, col caldo e la fatica, può fare i capricci e non riuscire ad alimentarsi con regolarità in una gara di questa lunghezza può costare il ritiro.
Dedicargli le giuste attenzione è quindi fondamentale per l’esito della gara.
Quando decidiamo di ripartire, veniamo chippati dalla porta di uscita di emergenza e da casa potranno vedere se siamo ancora vivi ;).
Il cancello è posto alle 13:15, cioè dopo 17ore 15 dalla partenza.
Siamo al km 79 e 4.500D+ fatti; un alteta di medio livello deve considerare che di qui all’arrivo impiegherà circa il triplo del tempo che gli sarebbe occorso il condizioni ottimali.
[To be continued…]