“Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento che al tempo stesso ci assegna nuove responsabilità.”
Manca davvero poco allo scialpinismo per entrare nella grande famiglia olimpica.
La Federazione Internazionale (ISMF) ha infatti ottenuto ad agosto la promozione dal CIO – Comitato Olimpico Internazionale – per passare da “provisional recognition” a “full recognition“.
Si tratta di un riconoscimento determinante, un passo fondamentale per un futuro ingresso fra le “discipline a cinque cerchi”.
Per l’entrata definitiva non resta che attendere l’ok del Comitato organizzatore di Pechino 2022.
“Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento che al tempo stesso ci assegna nuove responsabilità” ha dichiarato Armando Mariotta, presidente dell’ISMF. La nostra disciplina è in grande espansione sia in termini di popolarità che di partecipazione, trasmette valori positivi, gode di ottima visibilità mediatica e fa della battaglia al doping uno dei suoi capisaldi”.
Lo scialpinismo vanta origini molto antiche, ma ha saputo adeguarsi ai tempi compiendo nei decenni un importante percorso di crescita, caratterizzato dalla costante evoluzione delle conoscenze tecniche e dei materiali utilizzati.
La disciplina consente di vivere appieno la montagna durante i periodi di innevamento, impegnando gli sportivi in attività di risalita e discesa.
Anche se considerata una disciplina alla portata di tutti nella realtà chi si avvicina a questo sport deve avere la consapevolezza che la pratica porta con se un alto grado di rischio.
Chi decide di dedicarsi a questa disciplina deve avere in primo luogo una ragguardevole preparazione atletica, abbinata a conoscenze tecniche specifiche.
Il fascino della montagna non può quindi essere la sola ed unica molla in grado di far scattare la passione per lo scialpinismo.
Lo scialpinismo, anche se esercita una forte attrazione, non può essere lo sport per chi sulla pista da sci si muove con poca disinvoltura.
Le conoscenze tecniche trovano la massima espressione nella scelta dell’attrezzatura.
Partiamo da sci ed attacchi. Anche se simili per dimensioni a quelli usati per lo sci alpino, gli sci da scialpinismo sono decisamente più leggeri. La dotazione perfetta considera la presenza di attacchi che permettono di tenere libero il tallone durante la fase di risalita e di tenerlo perfettamente bloccato quando si intraprende la fase di discesa.
Passiamo agli scarponi.
Anche qui vale la pena di sottolineare la similitudine con quelli da sci alpino con la netta differenza che nello scialpinismo ai piedi si mettono calzature più leggere, dotate di una suola in gomma che rende più facile il movimento.
Lo scarponcino da scialpinismo viene realizzato per utilizzi diversi e specificamente in modalità Walk, che coinvolge salita o camminata, e Ski per consentire quanto di meglio è necessario durante la discesa.
Non possono mancare i bastoncini da sci, di norma 15 cm più lunghi rispetto alla misura utilizzata per lo sci alpino, magari con la caratteristica impugnatura e il passamano antiscivolo.
Indispensabili per chi pratica scialpinismo sono le pelli di foca, conosciute anche come tessifoca.
Si sistemano sotto le solette degli sci e consentono di scorrere solo in avanti, limitando lo scivolamento indietro. Sono decisamente utili quando si tratta di scalare una salita, che si presenta particolarmente ripida, ma in primo luogo aiutano a muoversi con destrezza sugli sci.
E’ importante portare con se il kit di soccorso, caratterizzato dalla presenza indispensabile di tre oggetti: l’Artva ovvero un apparecchio elettronico di ricerca in grado di localizzare chi è stato travolto da una valanga, ed è rimasto intrappolato anche sotto una spessa coltre di neve; la sonda per identificare la persona travolta e la vanga per dissotterrarla materialmente.
Chi pratica la disciplina si muove attraverso vari gradi di difficoltà, espressi con l’ausilio di parametri specifici fra cui lunghezza dell’itinerario da percorrersi, ripidità dei pendii sui quali si muove, esposizione e grado di isolamento.
In linea generale le difficoltà sono contraddistinte da ‘scale’, le più conosciute sono quella di Blachère e quella di Traynard, articolate a loro volta in livelli che misurano nel dettaglio gli ostacoli da affrontarsi.